
IL VOLO DELLA FANTASIA – Elaborato vincitore del Concorso “Fondazione Monte dei Paschi di Siena e l’arte”






Classe vincitrice del concorso 5C Indirizzo Arti Tridimensionali a.s.2024/25
prof.sse Marta Batazzi, Veronica Finucci
Testo di presentazione:
E’ l’aquila movente dello stemma di una grande famiglia senese e distintivo di nobiltà feudale a guidarci nella residenza che fu dei Sansedoni, tra Piazza del Campo e la Via Francigena.
Una famiglia antichissima di consoli e cavalieri, banchieri, ambasciatori e dame di corte, ma il personaggio più illustre fu un instancabile predicatore domenicano al servizio dei poveri e dei malati:
il Beato Ambrogio Sansedoni (Siena 1220-1286).
L’attuale palazzo, frutto del rimaneggiamento e dell’ammodernamento di una medioevalissima casa-torre e di tre edifici adiacenti poi acquistati dalla famiglia Sansedoni, tradisce nella progettazione degli interni un’impronta tardo barocca aggiornata al lessico del primo Settecento.
Sopra le nostre teste uno spettacolo grandioso e stupefacente dove quanto di meglio l’ingegno umano aveva prodotto in prosa o in poesia, nel sacro o nel profano, si traduce in una pittura mirabo-lante, con sfondati prospettici che dilatano l’infinito del cielo nello spazio chiuso del palazzo, per esibire la gloria e l’onore della committenza.
Nel soffitto delle scale che conducono alla Cappella è la figura in volo di un angelo a catturare lo sguardo, si precipita in basso, verso il protagonista della scena e idealmente verso i visitatori del palazzo, mentre teatralmente porge con una mano il giglio dei domenicani. Sembra suggerire un tema ricorrente nella glorificazione della famiglia: l’accoglienza.
L’episodio artistico più significativo è rappresentato dalla Cappella dedicata al Beato Ambrogio
Sansedoni. L’opulenza del Barocco è misurabile dallo scenografico gioco dei marmi policromi e dagli elementi decorativi di ascendenza berniniana e borrominiana, che insieme al rilievo sull’altare di Giuseppe Mazzuoli (1694) enfatizzano un’atmosfera vibrante e solenne.
Nel 1697 il pittore Anton Domenico Gabbiani trasforma lo spazio ricurvo della volta in un’ ardita visione di paradiso. Al centro di un vortice luminoso, trasportato da una nuvola, il giovane Ambrogio con l’abito domenicano e una colomba bianca che gli sussurra all’orecchio, a braccia aperte invoca per Siena la protezione della Vergine, più in basso due angeli sorreggono il modellino della città.
Ambrogio era nato nel 1220, al tempo delle grandi cattedrali, si narra con deformità tali da renderlo impresentabile, ma la nutrice a cui viene affidato lo cura con tutto l’affetto di cui è capace e come per miracolo il piccolo Ambrogio guarisce. Dopo un anno di vita già si delinea un fatto eccezionale.
A diciassette anni rinuncia ad ogni beneficio, entra nell’ordine domenicano per dedicarsi ai bisognosi con atteggiamento buono e caritatevole.
Si reca a Parigi e poi a Colonia per seguire le lezioni di Alberto Magno e stringe amicizia con San
Tommaso d’Aquino.
In Germania e successivamente in Italia fa breccia nel cuore della gente, iniziando dal basso. Proverbiali le sue invettive per guarire la piaga dell’usura e la corruzione.
Caratteristica di queste prediche la veemenza e la passione, fondamentali le sue parole anche per ricucire, dopo Monteaperti, i rapporti tra l’autorità papale e la città.
La morte lo coglie a Siena nel 1286, durante una predicazione, mentre rappresentava davanti a tutti i fondamenti morali della sua missione.
Siena lo ricorda il 20 marzo, nella ricorrenza della morte, questo “eroe” religioso ispirato dai principi ideali di pace e di giustizia, per trasformare, con la semplicità, il mondo.


in alto: I vincitori del concorso, gli alunni della classe 5C Indirizzo Arti Tridimensionali a.s.2024/25, le prof.sse Batazzi Marta e Giannetti Monica, ospiti della Fondazione Monte dei Paschi di Siena a Palazzo Sansedoni in occasione del Palio del 16 Agosto 2025